In occasione della giornata mondiale delle api come patrimonio della biodiversità, occorre con forza e determinazione ricordare che proprio le api rappresentano un elemento necessario per il mantenimento della specie. Il loro ruolo è essenziale per la nostra sopravvivenza sul Pianeta eppure continuiamo a metterlo a repentaglio a causa dell’utilizzo di fitofarmaci e molecole di sintesi dannose e nocive per questi insetti e per il processo di impollinazione. Serve quindi cambiare rotta e serve farlo rapidamente.
“Il 37% delle api – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – è scomparso in Europa sia a causa dei cambiamenti climatici che dell’inquinamento in agricoltura e dell’utilizzo intensivo dei fitofarmaci. Ciò vuol dire che la svolta non è più rimandabile: serve ridurre drasticamente l’utilizzo delle molecole nocive di sintesi e soprattutto serve guardare con decisione verso l’agroecologia e l’agricoltura biologica come unici punti di riferimento per il futuro. Salvare le api – ha continuato Gentili – significa prendersi cura del Pianeta e del nostro futuro. Non farlo significa invece andare consapevolmente incontro ad un disastro annunciato.
Per favorire questo percorso, occorre sviluppare i biodistretti, creando aree territoriali in cui la filiera del biologico deve essere potenziata e sviluppata in maniera importante, unendo produzione, distribuzione e consumo ad una grande attenzione verso la sostenibilità ecologica. A tale riguardo, è bene ricordare che la Maremma potrebbe rappresentare un modello per tutto il Paese. Sono infatti già presenti moltissime aziende in conversione e biologiche, oltre alle molte realtà aziendali che riducono l’utilizzo di molecole di sintesi così come l’acqua e l’energia attraverso innovazioni altamente tecnologiche. Prendendo le mosse proprio da queste solide basi – ha concluso Gentili – e puntando sulla ricchezza di aziende che nelle varie filiere agricole hanno incentrato il loro lavoro sull’agricoltura biologica, in questa zona è fondamentale continuare a promuovere in maniera organica e strutturale un eco-biodistretto che unisca coltivazione agricola, innovazione, ricerca e sperimentazione in chiave sostenibile. In questo modo, la maremma potrà divenire un vero e proprio laboratorio a cielo aperto sull’agroecologia.”