Agricoltura bio e nuovi modelli di sviluppo: Legambiente a Capalbio per #aspettandoFestambiente
Nello splendido scenario di Piazza Magenta, a Capalbio, si è svolto un appuntamento decisamente molto importante, realizzato dal comune di Capalbio in collaborazione con Legambiente. Il 7 agosto nella piccola Atene ha fatto tappa il tour #aspettandoFestambiente, una serie di appuntamenti organizzati in alcune delle località che più si sono distinte in fatto di sostenibilità e grandi battaglie ambientali. Tali incontri rappresentano dei veri e propri focus sui temi più importanti che verranno trattati all’interno della kermesse ecologista che si terrà dal 14 al 18 agosto. Festambiente avrà come tema principale la battaglia per fermare la “febbre” del Pianeta – prima che sia troppo tardi – diminuendo le emissioni. In tal senso, assume grande importanza anche il comparto agricolo ed occorre una vera e propria inversione di rotta che porti ad un minore utilizzo della chimica per salvaguardare il pianeta e tutelare la salute dei cittadini. Per questo, è stata scelta proprio Capalbio come agorà di questo dibattito declinato al futuro. La scelta dell’agricoltura biologica rappresenta un modo per aumentare la fertilità del suolo ridurre e la pressione legata all’utilizzo dei pesticidi e riproporre le rotazioni colturali a beneficio degli ecosistemi.
Il tema centrale della serata è stato proprio il biologico e i biodistretti come prospettiva concreta. All’evento hanno partecipato Angelo Gentili, coordinatore di Festambiente e membro della segreteria nazionale di Legambiente, Enrico Rabazzi, presidente distretto rurale Toscana sud, Maurizio Sonno, ufficio agricoltura Banca TEMA – Terre Etrusche e di Maremma – Credito Cooperativo S.C., Carlo Santarelli, presidente Caseificio Sociale Manciano, Michele Tronati, Antica Fattoria La Parrina, e Sebastiano Bianca, BorgoCiro. A moderare l’incontro è stato il giornalista Sandro Vannucci, storico volto Rai e amico di Festambiente e l’assessore allo sviluppo economico e al turismo, Gianfranco Chelini.
“La Maremma – sostiene Angelo Gentili – rappresenta un unicum eccezionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e per la riduzione in campo agricolo degli imput chimici, idrici ed energetici. La vasta presenza di aree verdi boschive e naturali, la salvaguardia degli ecosistemi marini e costieri, la mancanza di industrie inquinanti e la bassa pressione antropica costituiscono elementi essenziali per lo sviluppo dell’agroecologia in tutto il territorio. Inoltre, molte aziende biologiche ed in conversione, presenti in modo capillare ed esteso in tutto il territorio, sono basate sulle produzioni vegetali o animali e occorrerebbe realizzare una rete vera e propria per dare un’identità e una specificità al distretto biologico della Maremma e della Toscana. Tra l’altro, questa scelta – ha continuato Gentili – rappresenta un percorso che valorizzerebbe enormemente l’economia maremmana e le sue specificità dal punto di vista rurale, puntando sul binomio tutela della natura e salute dei cittadini che chiedono sempre più prodotti biologici. Le diverse filiere del vino, dell’olio, dell’ortofrutta, dell’allevamento ovino e la produzione di latte possono divenire, infatti, uno strumento essenziale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e rendere sempre più competitivi i prodotti maremmani nel mercato e la Maremma un vero e proprio laboratorio e un modello per lo sviluppo della sperimentazione e della ricerca in ambito biologico. Chiediamo, in tal senso, alle Istituzioni locali e regionali d’investire in questo progetto che rappresenta il futuro sia in chiave ecologicamente che economicamente sostenibile.”