A denunciarlo è la coalizione #CambiamoAgricoltura: “Bisogna dare voce agli agricoltori che praticano il cambiamento verso una transizione sostenibile”. Proprio in questi giorni l’Ue deciderà sul futuro
La riunione del Trilogo UE (Commissione, Consiglio, Parlamento), dal 25 al 27 maggio, deciderà le sorti della riforma della Politica agricola comune (Pac) post 2022. La coalizione #CambiamoAgricoltura denuncia il rischio del definitivo fallimento della riforma della PAC dell’UE. Un fallimento che, secondo la coalizione, sarà anche per gli agricoltori, il clima, la natura, le persone e il pianeta. Seppur le ultime decisioni non stravolgeranno il testo, si discuterà in questi giorni di alcuni nodi fondamentali: ad esempio la quota di finanziamento destinata agli ecoschemi e alle misure ambientali del secondo pilastro, gli spazi da destinare alla natura e la condizionalità sociale.
Solo se questi passi avanti verranno fatti, secondo la coalizione, non si potrà parlare di completo fallimento di una Pac che non si preannuncia né giusta nè adeguata per il futuro. “Vogliamo dare voce ai cittadini e agli agricoltori che vogliono e praticano il cambiamento verso una transizione sostenibile.- affermano le associazioni aderenti a #CambiamoAgricoltura – Per questo negli stessi giorni del Trilogo insieme alla Coalizione europea Good Food Good Farming, di cui facciamo parte realizzeremo un’azione social con le testimonianze di agricoltori che chiedono una vera riforma della Pac.”
Sono molti gli agricoltori insoddisfatti di questa Pac e in disaccordo con le organizzazioni agricole che non colgono il legame tra una agricoltura sostenibile, produttrice di prodotti di valore e la difesa dei redditi agricoli. Ad oggi sembra che chi ha osteggiato una vera riforma della Pac ha vinto su tutti i fronti dopo il voto del Parlamento Ue nel mese di ottobre 2020, cancellando nei fatti l’agricoltura dal Green Deal europeo, svilendo gli obiettivi delle due Strategie Ue “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”.
La coalizione #CambiamoAgricoltura ricorda che dalla riforma del 2000 la Pac dà uguale dignità agli obiettivi ambientali e sociali ed economici ed è solo così che si è potuto difendere la dotazione finanziaria della Pac. Le associazioni agricole non possono enfatizzare gli obiettivi ambientali dell’agricoltura solo quando devono difendere il portafoglio della Pac per dimenticare poi l’urgenza di dare risposte adeguate al cambiamento climatico e alla perdita della biodiversità. La Pac 2021-2027 impegnerà oltre il 32% dell’intero bilancio dell’Unione Europea, una spesa giustificabile solo attribuendo all’agricoltura le sue responsabilità per queste crisi ambientali globali.
Chiuso il negoziato del Trilogo la partita si sposterà negli Stati membri con la redazione dei Piani Strategici Nazionali che dovranno dimostrare con i fatti la vera sostenibilità della nuova PAC post 2022. In Italia, dopo l’evento pubblico del 19 aprile scorso con l’annuncio della creazione del tavolo di partenariato con tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici interessati al futuro dell’agricoltura nazionale, non si hanno notizie sulle regole e il metodo di lavoro per la redazione del Piano nazionale. “Abbiamo chiesto con una lettera al Ministro, Stefano Patuanelli, garanzie per la trasparenza e condivisione del percorso che porterà alla redazione del Piano Strategico Nazionale.” Concludono le associazioni. “Siamo in attesa di una risposta e speriamo che le nostre speranze non vengano disattese anche in Italia. Ne va del nostro futuro”.